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By: Innoveazine Acceso: Marzo 26, 2020 In: Innoveazine Comments: 0

Anche il settore digital, pubblicitario e della comunicazione ha dovuto fare i conti con l’esplosione dell’emergenza legata al CoronaVirus. E’ stato necessario limitare al massimo gli spostamenti dei dipendenti puntando quindi al telelavoro e smartworking.

Dal 21 febbraio, il Coronavirus ha varcato i confini del nostro paese( e non solo) e lo Smart Working nelle aree colpite dall’epidemia (Lombardia e Veneto) è diventata la misura adottata da moltissime realtà italiane per cercare di ridurre al minimo le possibilità di contagio con responsabilità sociale, pur portando avanti le proprie attività e mantenere attiva la propria operatività.

Lo smartworking, ovviamente, non corrisponde alla soluzione per bloccare la diffusione dei contagi, ma con la collaborazione di tutti, può contribuire ad una riduzione dei rischi e aiutare a contenere gli enormi danni economici che deriveranno da questa emergenza, oltre a quelli emotivi e “umani.

Coloro che lavorano da casa, i cosidetti “Smart workers”, devono essere in grado di restituire il credito di fiducia dimostrando autonomia, impegno e massima responsabilità.

Emergenza a parte, ad oggi com’è posizionata la diffusione di iniziative legate allo Smartworking in Italia? Secondo i risultati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano il 58% delle grandi imprese ha già introdotto iniziative concrete. Tra i risultati più interessanti dell’ultimo anno emerge l’aumento della diffusione dello Smart Working nelle PMI italiane: i progetti strutturati sono passati dall’8% al 12% attuale, quelli informali dal 16% al 18%.

Tuttavia, anche la percentuale di imprese disinteressate al tema è cresciuta, in modo preoccupante, passando dal 38% al 51%. Anche la PA nell’ultimo anno ha fatto grandi passi in avanti verso un modello di lavoro “smart”: oggi il 16% delle pubbliche amministrazioni ha progetti strutturati di lavoro agile (nel 2018 era l’8% e nel 2017 il 5%), l’1% ha attivato iniziative informali e un altro 8% prevede progetti dal prossimo anno.

Restituire alle persone una maggiore flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari di lavoro e degli strumenti da utilizzare per svolgere le proprie attività lavorative significa creare organizzazioni più flessibili, introdurre approcci di empowerment, delega e responsabilizzazione delle persone sui risultati, favorire la crescita dei talenti e l’innovazione diffusa».Lo Smart Working presuppone un profondo cambiamento organizzativo e culturale necessario per superare modelli di organizzazione del lavoro tradizionali.

Le persone sono oggi pronte al cambiamento, complice anche la diffusione dello smartphone che consente di comunicare, lavorare, rimanere connessi in mobilità. Il livello di disponibilità all’interazione digitale ha innescato una nuova curva di apprendimento spontanea delle persone, che oggi arrivano in azienda con un livello di preparazione e disponibilità all’innovazione un tempo inimmaginabili.