09Apr
By: Innoveazine Acceso: Aprile 09, 2020 In: Innoveazine Comments: 0

Ricerche Google e Covid-19: quale relazione?

Oggi vi parliamo di un’intuizione avuta dal famoso scienziato dei dati Seth Stephens-Davidowitz. Classe ’82,Stephens-Davidowitz è anche economista e autore del libro best-seller “Everybody Lies”.

Inutile negarlo: Google è utilizzato da milioni di persone in tutto il mondo per ricercare i propri sintomi di salute. A partire da questo dato di fatto, Stephens-Davidowitz si è posto questa semplice ma arguta domanda: perchè non analizzare queste ricerche per individuare nuovi focolai di Covid-19 ancora a noi oggi sconosciuti?

L’Anosmia, la perdita dell’olfatto, è un sintomo molto comune nei casi fin ora riscontrati di Covid-19. Ben il 30-60% delle persone positive al Coronavirus sperimentano questo fastidioso sintomo.

Lo scienziato Stephens-Davidowitz è partito proprio dalla frase “I can’t smell” per sondare i primi dati Google. E’ emerso che negli Stati Uniti, nella settimana dal 30 marzo al 5 aprile, le ricerche effettuate inserendo nella barra di ricerca Google sono risultate diffuse esattamente a New York, in New Jersey, in Michigan e in Lousiana. Questi quattro stati sono gli stati americani con la più alta incidenza da infezione da Coronavirus.

I sintomi del Coronavirus sono fondamentali per permettere l’ individuazione di nuove epidemie in tutto il mondo

Questo metodo è stato ripreso da altri studiosi che hanno notato come anche altri sintomi come febbre, perdita del gusto e fiato corto, hanno permesso di individuare nuovi focolai in tutto il mondo.

Stephens-Davidowitz, in un articolo pubblicato su New York Times, ha suggerito che questa metodologia potrebbe essere adottata per ricercare luoghi in cui la diffusione risulta sfuggita alla rendicontazione dei dati ufficiali come nel caso dello stato dell’Equador.

Infatti basti pensare che, i dati ufficiali riferiscono che l’Equador presenta la più alta diffusione di casi di Coronavirus nel Sud America, mentre, presenta una percentuale più bassa rispetto a USA, Iran e Australia. Eppure, basandoci sul metodo di indagine ideato dallo scienziato Seth Stephens-Davidowitz, possiamo facilmente dedurre che, al momento, gli abitanti dell’Equador stanno facendo tantissime ricerche Google legate alla keyword “no puedo oler” (non sento gli odori). Inoltre, l’Equador risulta in cima alle classifiche Google per ricerca di sintomi come febbre,brividi e diarrea. Dunque, la situazione in Equador potrebbe essere più seria rispetto a quello che suggeriscono i dati ufficiali pubblicati dall’OMS.