28Giu
By: Innoveazine Acceso: Giugno 28, 2017 In: Innoveazine Comments: 0

La commissione Europea ha inflitto una multa da capo giro al gigante del web.

Google infatti sarebbe colpevole di aver concesso dei vantaggi illeciti alla piattaforma Shopping e per questo dovrebbe pagare 2,42 miliardi di euro.

All’azienda è stato dato un ultimatum: se entro 90 giorni non dovesse mettere fine a tale pratica definita illecita, la multa ammonterebbe a fino il 5% del fatturato giornaliero.

Comparazione di acquisti tramite Google Shopping

Le indagini che hanno portato a questa multa sono durate ben 7 anni, dalle quali è emerso che Google ha favorito il suo servizio di comparazione degli acquisti. Quando infatti si effettua una ricerca su Google, in alto nella prima pagina, compaiono i prodotti ricercati, nella così detta sezione Shopping. A ciò si aggiunge la posizione dei servizi di comparazione dei suoi competitors che non compaiono prima della 4° pagina!

Tutto ciò va a discapito di questi stessi competitors, in quanto è risaputo che un contenuto presente in prima pagina ha una visibilità maggiore rispetto ad uno che si trova solo in 4° pagina. Ed a confermarlo ci sono anche i dati: i link in prima pagina ricevono il 95% dei clik, mentre quelli in seconda pagina solo l’1%.

La replica da parte di Google non ha tardato ad arrivare; il vicepresidente senior e consigliere generale Kent Walker, in un comunicato ufficiale, ha affermato “Quando si acquista online si desidera trovare i prodotti rapidamente e facilmente. Gli inserzionisti vogliono promuovere questi stessi prodotti. Ecco perché Google mostra annunci di acquisti che collegano gli utenti con migliaia di inserzionisti grandi e piccoli”.

Inoltre spiega come da alcune ricerche da loro effettuate, emerge che i consumatori preferiscono andare direttamente all’acquisto invece di essere collegati a siti web sui quali devono effettuare nuovamente la loro ricerca. Quindi se agli utenti sta bene, tutto è lecito!

E alle accuse riguardanti la poca visibilità data ad alcuni siti di comparazione, Google risponde tirando in ballo la fama di piattaforme come Amazon e definisce naturale che alcuni siti siano oscurati da colossi della portata di quest’ultimo.

Ovviamente tutto ciò avrà ripercussioni a livello globale, essendo Google il maggiore motore di ricerca utilizzato in America, in Europa e non solo.